FIFA smetterà a un certo punto di essere un titolo annuale

L’industria del videogioco si sta evolvendo da un modello in cui ogni gioco usciva, veniva brevemente supportato con patch ed espansioni e poi abbandonato magari per un seguito, a un modello di giocoservizio (“game-as-a-service”) in cui i videogiochi sono trattati come servizi a cui un utente compra l’accesso e che vengono poi mantenuti nel tempo, continuando a finanziarli con sistemi pensati per far spendere i videogiocatori, o almeno alcuni videogiocatori, nel lungo periodo (il principale di questi sistemi si basa sulle ormai famigerate “micro-transazioni”). Alcune serie, come “FIFA” di Electronic Arts e “Call of Duty” di Activision, si trovano nel mezzo di questa transizione, ancora indecise su quale strada prendere, mentre altre più recenti, come “Overwatch” o come i videogiochi Ubisoft, nascono subito come giocoservizi e altre, come “Hellblade: Senua’s Sacrifice”, dimostrano che c’è vita al di là di questi modelli di produzione.

Activision per ora non pensa di interrompere la cadenza annuale dei suoi “Call of Duty”: la sua serie continua a essere la serie di maggior successo su console e non avrebbe senso interrompere un sistema che funziona mentre sta ancora funzionando. Sta pensando, più che altro, alla possibilità di implementare meglio i vari “Call of Duty”, di inserirli in un’unica piattaforma che diventi un servizio a cui i giocatori guadagnano l’accesso acquistando e giocando un capitolo o l’altro, mentre Activision prolunga il supporto ai vari capitoli anche al di là del tradizionale anno di DLC e Season Pass, approfittando del fatto che ora i giocatori possano continuare a spendere al loro interno grazie alle micro-transazioni. Così, di solito Activision interrompeva il supporto a un “Call of Duty” quando usciva il successivo, mentre ora ne sta supportando ben quattro: “Call of Duty: Black Ops 3”, “Call of Duty: Infinite Warfare” (ma questi due potrebbero essere presto abbandonati o almeno messi un po’ da parte), “Call of Duty: Modern Warfare Remastered” e il recente “Call of Duty: WW2”. Alla compagnia non interessa a quale “Call of Duty” i giocatori giochino, e in quale “Call of Duty” quindi i giocatori spendano, ma deve ancora capire come perfezionare questo nuovo supporto a molteplici “Call of Duty” contemporaneamente.

Electronic Arts si trova nella stessa situazione per “FIFA”: la compagnia lancia un videogioco di “FIFA” (e di “Madden”) all’anno, ma allo stesso tempo ognuno dei vari “FIFA” viene monetizzato nel lungo periodo grazie alla modalità “FIFA Ultimate Team”, un ibrido tra fantacalcio e gioco di carte digitali collezionabili su cui i giocatori possono spendere ulteriore denaro attraverso micro-transazioni. Così anche quando esce il “FIFA” successivo quello precedente, grazie ai giocatori che continuano a investire nel suo “FIFA Ultimate Team”, resta un’importante voce di bilancio per Electronic Arts e l’uscita annuale diventa per la compagnia meno significativa. Va detto che “FIFA” continua comunque a essere un gioco molto venduto a ogni lancio (“FIFA 17” fu il videogioco più venduto al mondo nel 2016) e che le vendite in formato fisico restano importanti per questo titolo, anche se Electronic Arts si sta indirizzando sempre di più verso formati e beni digitali.

In un’intervista a Bloomberg, Andrew Wilson di Electreonic Arts afferma che la transizione riguarderà in futuro anche “FIFA”, che non sarà più un gioco da acquistare ogni anno ma un vero servizio, “un servizio sempre attivo, 365 giorni all’anno” come dice Wilson, a cui abbonarsi o da aggiornare di anno in anno con un aggiornamento digitale. Il videogioco per dispositivi mobili di “Madden NFL” funziona in fondo già in questo modo: è uscito tre anni fa e poi è stato aggiornato, ma non sono uscite nuove versioni annuali, e questo ha permesso di mantenere l’utenza e accrescerla. E in questo modo funzionano anche le versioni, mobili, di “FIFA” e “Madden NFL” che EA ha creato per i mercati asiatici. Wilson arriva a ipotizzare un futuro in cui “FIFA” non girerà neanche più sulle macchine dei giocatori, ma sarà un servizio di videogioco in streaming su abbonamento. Siamo ancora lontani dal “Netflix dei videogiochi”, ma i produttori sembrano sempre più convinti che sarà quella la prossima destinazione. Quando non dovrò più aggiornare la mia macchina per giocare al videogioco più recente, che girerà su macchine su server remoti, niente impedirà all’utenza di restare fedele a una serie per anni e anni, passando da un aggiornamento all’altro.

fonte Bloomberg
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