SNK cerca di spiegare la sessualizzazione dei personaggi di SNK Heroines

SNK ha annunciato durante un Nintendo Direct SNK Heroines Tag Team Frenzy, videogioco picchiaduro in uscita su Switch e PS4 e dedicato ai personaggi femminili delle sue serie. SNK Heroines si è fatto subito notare per la diversa promozione scelta dalla compagnia in Occidente e in Giappone: mentre da noi il primo trailer del gioco mostrava un normale picchiaduro incentrato su ragazze il trailer giapponese svelava che il gioco sarebbe stato in gran parte incentrato sulla sessualizzazione delle ragazze.

Anche il nuovo trailer occidente del gioco mostra che, accanto ai costumi tradizionali dei personaggi (spesso già non particolarmente abbondanti) ci saranno anche nella nostra versione del gioco, assolutamente non censurata rispetto a quella originale, nuovi costumi alternativi pensati per mostrare più pelle digitale possibile. Mai di King of Fighters, come vedete in apertura dell’articolo, ha persino un bikini/travestimento da vacca.

Come abbiamo discusso già in passato su queste pagine la sessualizzazione della donna è un tratto piuttosto caratteristico del videogioco giapponese e l’arte commerciale (fumetto, animazione, videogioco…) del Giappone ha accolto con difficoltà il parziale miglioramento delle condizioni femminili nel resto della società giapponese negli ultimi trenta anni.

Quando fu chiesto a Hideo Kojima perché avesse deciso di inserire in Metal Gear Solid 5 The Phantom Pain il personaggio di Quiet, che si aggira sostanzialmente nuda, la sua risposta fu che dietro l’abbigliamento della ragazza ci sarebbe stata una vera storia, anche tragica, e che i giocatori si sarebbero vergognati di aver mal giudicato il personaggio. Quando Metal Gear Solid 5 è stato finalmente disponibile abbiamo scoperto che il tragico motivo per cui Quiet deve star praticamente nuda è che è una pianta, respira dalla pelle, fa la fotosintesi. È una pianta.

Una simili giustificazione la ha data Yasuyuki Oda, produttore di SNK Heroines, parlando dei costumi alternativi dei personaggi. “C’è l’esposizione di parti femminili, ma non pensiamo che sia ultrasessualizzato. C’è, ma vogliamo spingere più sull’aspetto carino delle cose, l’eleganza delle donne, e pensiamo che possiamo raccogliere anche le persone che accuserebbero questo gioco di avere troppa esposizione [dei corpi femminili].

[…] C’è una ragione per cui stanno indossando questi costumi. Non li indossano solo perché vogliono farlo. C’è una vera e propria storia completa dietro quello che accade ma non posso andare troppo nei dettagli al momento, ma se giocate alla storia penso che i nostri fan capiranno meglio perché siano in questa situazione. Ci siamo impegnati perché l’immagine dei nostri personaggi resti la stessa, anche dopo questo gioco.”

Voglio chiarire una cosa: io non penso che nel videogioco serva meno sesso, io penso che nel videogioco serva più sesso. Ma proprio tanto di più. Ma in che modo è possibile una cosa del genere se la motivazione per i costumi totalmente incoerenti dei personaggi di un videogioco è “non li hanno scelti loro”? Certo che non lo hanno scelto loro: lo hanno scelto sviluppatori e produttori di vestirle in quel modo! Loro neanche esistono, non sono persone ma personaggi.

È come quando gli autori cercano di convincerci che invece un personaggio femminile si veste in un certo modo (cioè che si veste esageratamente poco, di solito) per sua scelta e che quindi questo affermi una qualche autodeterminazione… non è vero! Non esiste una autodeterminazione del personaggio, esiste l’autore e la sua volontà.

Preferirei allora un po’ di onestà, preferirei opere che invece di flirtare con questi temi semplicemente per solleticare il solito pubblico maschile riuscissero a trattare seriamente (ma anche in modo divertente, scemo, persino folle) il sesso. Invece ecco l’ennesimo gioco che infila un personaggio femminile in un bikini da vacca e cerca di convincermi che ci sia una storia dietro.

fonte Game Informer
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