Il nuovo sistema operativo Huawei è a rischio per la sicurezza

Ormai è conoscenza comune: Huawei ed Honor sono tagliati fuori da Google. A conseguenza dei vari trattati che l’America sta avendo contro la Cina, una delle marche più importanti che produce Smartphone, Tablets e portatili non potrà più distribuire i propri prodotti con sistemi o programmi forniti dalla casa di Mountain View.

Questo ha creato non pochi problemi per la casa cinese, per il quale ha deciso comunque di non arrendersi. Ha infatti annunciato che ha iniziato l’immediata programmazione d’un sistema operativo chiamato Ark, il quale sarà basato su specifiche completamente integrali della casa.

Questo naturalmente non include – almeno non completamente – il sistema operativo Android. Ne parleremo a breve, poiché Google ha rilasciato un opportuno avviso a tutti quelli che vorranno continuare ad usare i prodotti Huawei anche fin dopo l’estensione di garanzia della casa (ovvero fino ad inizio Agosto).

 

Il punto è questo: ogni casa cinese ha avuto problemi piuttosto gravi con la sicurezza. Prodotti come OnePlus hanno avuto diverse volte critiche verso non solo fattori di Privacy per programmi dubbi installati all’interno, ma anche per buchi di sicurezza lasciati aperti (come l’Engineer mode) per via delle diverse modifiche attuate ad Android. E questo, sì, accadeva con già Android installato.

Cosa succede quindi quando un sistema operativo non è più sotto controllo di Google? Gli aggiornamenti sono esclusiva responsabilità della casa, il quale ha tutta la libertà di lasciare buchi di sicurezza aperti, spesso all’insaputa degli utenti.

Alcuni possono dire che è una mossa di Google per spaventare l’utenza e non comprare nessun prodotto Huawei, ma per certi versi sembrano dubbi più che legittimi sull’intera esperienza.

 

Ma il punto è che al momento il discorso “Ark” non è solo esclusivo ad Huawei. Gira voce che altri produttori di cellulari cinesi stanno sperimentando il sistema operativo, rendendo così questo programma molto più esteso e con – almeno si spera – il giusto senso di responsabilità nel tenerne cura nel caso di problemi di sicurezza.

Ciò può significare che altri marchi cinesi, come Xiaomi ed Oppo, effettueranno il salto da Android ad Ark non appena l’occasione sarà adatta.

Quanto è drastico questo salto? Forse meno aggressivo di quel che ci si aspetta. E’ già stato annunciato che infatti Ark sarà compatibile con le Apps Android, ma l’intero aspetto non sarà nativo.

Sarà infatti un discorso d’emulazione, il che significa che parecchi dei cicli CPU/GPU finiranno per perdersi nell’emulazione in sé, rendendo il programma più lento.

Almeno ciò non rende impossibile l’uso di Apps più semplici, il discorso finisce per estendersi sempre più a fatica verso programmi tecnici e giochi.

Senza il discorso “Google” in mezzo, Ark è senza uno store adatto. Huawei ha già annunciato che avrà uno store tutto suo, ma il mercato cinese è un campo minato piuttosto difficile da varcare per il discorso delle Apps.

Sta cercando di offrire un supporto gratuito a tutti gli sviluppatori che sono interessati a approcciare il discorso.

 

Ma torniamo al discorso sicurezza. Il sistema operativo Ark, che verrà installato in futuro su tutti i prodotti Huawei (e potenzialmente un sacco di marche cinesi), è davvero così poco sicuro? La verità è che è troppo presto per parlarne.

Il mercato della programmazione cinese è molto complesso, ma è anche vero che è pregno di programmi fallati e cloni di tanti altri sistemi, che a loro volta possono ereditare buchi di sicurezza.

Nulla esclude però che su questo discorso la Huawei non vorrà perderci la faccia, soprattutto ora che ha un posto così importante sul mercato.

L’unica cosa che possiamo fare è giudicare una volta che il sistema operativo sarà veramente disponibile in beta test, magari stesso sui prodotti Huawei più nuovi al quale sarà esteso l’invito di conversione. Fino ad allora il discorso è puramente speculativo.

Potrebbero interessarti anche questi articoli!
Potrebbe piacerti anche