Tutta l’NBA entrerà prima o poi nell’eSport e nella NBA 2K League

Tutte le squadre dell’NBA arriveranno inevitabilmente a entrare nel mondo dell’eSport, sviluppando delle loro divisioni dedicate a NBA 2K per la lega di pallacanestro virtuale parallela all’NBA stessa, l’NBA 2K League. L’NBA ha annunciato la lega già nel 2017, presentando sinora 17 squadre tra cui i Milwaukee Bucks, che son convinti che presto questa lega virtuale coinvolgerà l’intera NBA, senza eccezioni.

Cayle Drabinsky dei Milwaukee Bucks ha dichiarato in un’intervista a Inven Global che “è solo questione di tempo prima che tutte le trenta squadre siano parte dell’NBA 2K League. Credo che dopo la prima stagione molte squadre attualmente fuori dalla lega vorranno entrare per la seconda stagione.”

Secondo Drabinsky le potenzialità degli eSport rispetto agli sport tradizionali stanno nella loro inclusività. “Basta che abbia almeno 18 anni, ma poi qualsiasi tipo di giocatore può avere la sua opportunità, che sia giovane o anziano, maschio o femmina, che viva qui o all’estero. Questo è un aspetto unico della lega, è diverso da quello che accade nella pallacanestro tradizionale dell’NBA.”

In realtà negli eSport, come negli sport, a uomini e donne non sono spesso date opportunità comparabili, perché gli investimenti si concentrano su giocatori maschi, e i giocatori non restano davvero competitivi in età avanzata, ma anzi smettono di giocare come professionisti più o meno all’età dei loro equivalenti negli sport reali.

Già diverse squadre sportive, tra cui la Sampdoria per quanto riguarda il calcio e McLaren per quanto riguarda la Formula 1, si sono dimostrate interessate agli eSport creando delle loro squadre, solitamente dedicate alle versioni digitali degli sport per cui è famoso il club.

Questo andamento rispecchia anche l’apertura del CIO, del Comitato Internazionale Olimpico, all’inclusione degli eSport all’interno delle Olimpiadi. Il CIO è interessato al pubblico degli eSport, ma sa di non poter includere nelle Olimpiadi giochi esplicitamente incentrati sulla violenza e l’omicidio. Per quanto siano discipline olimpiche attività come il tiro e la spada, cioè attività nate come addestramento all’omicidio o almeno all’uccisione di prede, in nessuna di queste attività vengono per esempio conteggiate le “uccisioni” effettuate: la violenza è presente, in profondità, ma lontana ormai anche nel linguaggio.

La soluzione sarebbe quella di ammettere, nel caso, eSport legati a sport già esistenti tra le discipline olimpiche, proponendo la stessa attività in versione reale e in versione digitale. Sono proprio questi eSport quelli che in futuro potrebbero insomma avere il maggior riconoscimento pubblico, e quindi sono questi eSport quelli su cui potrebbero concentrarsi gli investimenti e su cui si concentrano già gli investimenti dei club sportivi tradizionali.

La differenza, come ho già evidenziato in passato, è che l’NBA non decide le regole nella NBA 2K League, non ha alcun potere sul gioco. In teoria NBA 2K ripropone il regolamento dell’NBA, quindi in caso di futuri cambiamenti alle regole della pallacanestro reale saranno cambiate anche le regole della pallacanestro digitale. Ma, in realtà, gli unici che decidono davvero il regolamento di NBA 2K sono i dirigenti e i dipendenti di Take-Two, gli unici che hanno davvero accesso alle regole del gioco, cioè al suo codice, di cui sono proprietari.

Il passaggio del pubblico da sport reali a eSport, l’investimento delle squadre nell’eSport, è in realtà il passaggio dello sport da qualcosa di comunque proprietà di tutti (seppur regolamentato da organizzazioni che tentanto spesso azioni di lobbying, come la FIFA) a proprietà privata, un’ulteriore parte della nostra vita che possa essere monetizzata dalle multinazionali dell’intrattenimento.

fonte Inven Global
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