Radical Heights? Lasciatelo perdere e guardate Turbo Kid

Come ho scritto nella mia anteprima non sono rimasto molto convinto da Radical Heights, il nuovo videogioco di Boss Key Productions di Cliff Bleszinski, creatore di Unreal e Gears of War. Ma un suo elemento, le sue BMX, mi ha colpito e mi ha fatto ricordare un film non troppo noto, Turbo Kid.

Radical Heights e Turbo Kid, anni 80 e BMX

Radical Heights è una Battle Royale ambientata in uno show televisivo molto anni 80 di un prossimo futuro, uno sparatutto evidentemente creato per fare rapidamente cassa dopo il flop di LawBreakers mescolando un paio delle mode del momento e lanciato su Steam in Accesso Anticipato estremo (così dicono gli sviluppatori) prima di essere pronto. Ha qualche idea e qualcosa che lo differenzia dalla concorrenza ma in generale sembra solo un imbranato tentativo di lucrare sull’ultima tendenza e di far restare aperto uno studio che (e questo mi dispiace per tutti i suoi lavoratori) è evidentemente in difficoltà.

Una delle idee di Radical Heights è avere come mezzo di trasporto le bici BMX, cioè le bici da motocross, da fuori strada.

Radical Heights e Turbo Kid, anni 80 e BMX

In molte Battle Royale esistono veicoli da usare per muoversi più rapidamente sulla mappa, spesso allo scopo di fuggire dalle zone che stanno per diventare pericolose per i giocatori, ma in Radical Heights la bici da cross è l’unico mezzo, un mezzo agile e capace di farmi compiere salti e acrobazie. Radical Heights non riesce a sfruttare, o non riesce ancora a sfruttare, in modo particolarmente interessante questo elemento anche perché la sua mappa è prevalentemente urbana, piatta ed esageratamente realistica.

L’ambientazione anni 80 ma futuristica del gioco, combinata a queste bici, mi ha fatto però venire in mente Turbo Kid.

Turbo Kid è un film del 2015 diretto da François Simard. In Italia potete trovarlo su Netflix se siete abbonati a questa piattaforma di streaming e godervi un’ora e mezzo di intrattenimento a basso budget e con qualche vistoso buco di sceneggiatura (se avete visto Star Wars Gli ultimi Jedi e lo avete apprezzato questo comunque vi sembrerà sceneggiato direttamente da Hitchcock) ma con uno dei migliori mondi post-apocalittici che io abbia mai visto. Ed è uno dei migliori mondi post-apocalittici che io abbia mai visto perché è basato sulle biciclette.

Turbo Kid non è steampunk, cyberpunk o dieselpunk ma bikepunk. E se ci pensate bene non è chiaro perché non siano bikepunk (probabilmente è un sottogenere di clockpunk) anche tutte le altre opere post-apocalittiche. Pensate a quanto sia preziosa la benzina in tutte le narrazioni che avete visto o letto nel genere, pensate a quanto sia complicato mantenere qualcosa come un cavallo in un mondo dove manca il cibo anche per gli esseri umani. Una bicicletta ha certo bisogno di manutenzione e ha anche alcune parti delicate, ma è alla fine facile da aggiustare (più facile di un’automobile comunque) e non deve essere nutrita o alimentata.

Magari Turbo Kid basa il suo futuro sulla locomozione in bicicletta solo per carenze nel budget, ma sarebbe comunque un modo brillante di trasformare un limite in un’opportunità creativa. Per il resto, il film è la storia di The Kid (Munro Chambers), un ragazzino che sopravvive con la sua BMX in un passato alternativo post-apocalittico (il film è ambientato nel 1997), e del suo incontro con Apple (Laurence Leboeuf), una ragazza misteriosa e particolarmente estroversa. Un incontro che scatena una serie di eventi a base di laser neon e mutilazioni.

Radical Heights e Turbo Kid, anni 80 e BMX

Vorrei veder Radical Heights espandere questa componente del gioco invece che perdere tempo a imitare altre Battle Royale con la sua mappa e le sue armi. Che senso ha costruire un’ambientazione futuristica ma anni 80 e uno show televisivo per poi infilare tutto in una cittadina qualsiasi? Ma nell’attesa che Radical Heights diventi qualcosa su cui valga la pena spendere tempo e magari denaro potete vedervi Turbo Kid.

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